Reverso: Una leggenda in movimento. di Jérôme Lambert, CEO Jaeger-LeCoultre

Vi sono leggende che traggono la loro forza dal tempo, che sono rimaste immobili, che si raccontano solo al passato. A volte, però, l’incantesimo è tale che si produce uno strano fenomeno: la leggenda è viva, respira, si trasforma, si fa più bella, pur conservando la sua aura magica. Molto tempo fa, nel 1931, nel prestigioso e competitivo mondo del polo, prendeva forma un’idea: un orologio il cui quadrante potesse essere messo al riparo dagli urti e che offrisse, al tempo stesso, alla vista un fondo inciso personalizzato. Ottant’anni anni dopo, il Reverso è passato dal rango di icona dell’orologeria a segnatempo “cult”. Il Reverso è unico a tal punto che è riuscito negli anni a diversificarsi senza mai dover rinunciare alla propria anima.

L’aneddoto appartiene alla grande storia dell’orologeria. Non occorre molta immaginazione per visualizzare la scena, come in un film. Esterno, giorno. Un grande campo dove la polvere ricopre il manto erboso. La luce è forte, fa caldo e c’è afa. In lontananza, i cavalli cambiano direzione repentinamente, si lanciano al gran galoppo, si avvicinano, si allontano nitrendo. I loro cavalieri, casco in testa e vestiti con colori vivaci, sollevano la stecca. Siamo nel 1930, in India, allora colonia britannica. Questi uomini sono quasi tutti militari inglesi dell’Esercito delle Indie e sono intenti a disputare un’accesa partita di polo, lo sport “dei guerrieri, dei principi e dei re” che hanno scoperto un secolo prima sbarcando in queste contrade lontane dalla loro isola natale. Fu così che i soldati di Sua Maestà trasformarono un’attività anticamente praticata solo nelle steppe dell’Asia centrale in uno sport “so british”, miscela di eleganza, abilità e combattività. Uno spirito di competizione a volte eccessivo, le cui prime vittime erano gli orologi indossati dai cavalieri. E molti giocatori, al termine di una disputa senza tregua, si accorgevano che i colpi avevano avuto la meglio sul loro segnatempo. E uno degli ufficiali, tenendo il suo cavallo per la briglia, si avvicina a un uomo elegante, in abiti civili, in piedi a bordo campo. Si chiama César de Trey. Il personaggio non è un suddito britannico, è svizzero. È un uomo d’affari che ha fatto fortuna a Londra vendendo prodotti dentari e che si è riconvertito alla promozione di segnatempo di alto livello. L’ufficiale che lo raggiunge tiene in mano il suo orologio il cui vetro si è infranto durante la partita di polo. “Ne ho rotto un altro” esclama contrariato. La sera stessa, durante un ricevimento organizzato al club, il militare inglese, che non ha ancora digerito l’incidente, si avvicina nuovamente a César de Trey, di cui conosce la professione. Lanciandogli una sorta di sfida, gli chiede se sarebbe in grado di progettare un orologio sufficientemente robusto da resistere a una partita di polo. Rientrato in Europa, però, fissa un appuntamento con un orologiaio di sua conoscenza: Jacques-David LeCoultre. Quest’ultimo dirige in Svizzera una delle rare manifatture in grado di gestire internamente tutti gli aspetti necessari alla progettazione e alla costruzione di movimenti di alta qualità. I laboratori parigini di Jaeger sono il partner ideale per affrontare la sfida. Dalle loro riflessioni nasce l’idea di una cassa in grado di ruotare per proteggere il quadrante ed esporre agli urti solo il fondo in metallo. Il 4 marzo 1931, l’ingegnere francese Alfred Chauvot deposita il brevetto riguardante un orologio “in grado di ruotare su se stesso scorrendo nel proprio supporto“. Ancora una volta, come fossero i dialoghi di un film, proviamo a immaginare la scena tra l’incaricato dell’ufficio brevetti e il progettista: Qual è il nome dell’invenzione? Reverso. Cosa significa? Mi volto, viene dal latino.

Reverso, ho capito. Il suo brevetto è depositato. Nel novembre 1931, dopo aver acquistato tutti i diritti dell’invenzione del Reverso da Alfred Chauvot, César de Trey fonda con Jacques-David LeCoultre la società Spécialités Horlogères, destinata a realizzare e commercializzare questo straordinario orologio.Fu così che, dopo aver rilevato da Trey il brevetto del Reverso, la società Spécialités Horlogères è ribattezzata nel 1937 “Société de vente des produits Jaeger-LeCoultre“.

Nel 2006, studiando negli archivi della Manifattura di Le Sentier, gli orologiai e i designer di Jaeger-LeCoultre hanno riscoperto questo orologio pieno di storia e, al tempo stesso, assolutamente nuovo. Da allora la maison propone, accanto alla collezione dell’illustre precursore rettangolare, anche quella del Reverso Squadra. Entrambe si fanno notare per la loro creatività e presentano regolarmente interessanti novità, tutte con alte prestazioni e di grande eleganza. Nel 2011, il Reverso si appresta ancora una volta a sorprendere e a conquistare i propri appassionati rimanendo fedele alla propria leggenda ma, contemporaneamente, spingendosi molto in là per quanto riguarda la creatività. Si tratta del Grande Reverso Ultra Thin, del Grande Reverso Duo e del Reverso Répétition Minutes, tre orologi inediti che rispecchiano le radici del Reverso, ma ne rielaborano profondamente la tecnologia e l’estetica. Il Grande Reverso Ultra Thin punta sul più assoluto minimalismo: la cassa di grande finezza è la perfetta espressione dell’orologeria classica e si ispira al modello originale. Il Grande Reverso Duo indica l’ora secondo due fusi orari e con due diverse grafiche dei quadranti: sono assemblati l’uno di spalle all’altro, grazie all’ingegnosa e unica architettura messa a punto per l’occasione da Jaeger-LeCoultre. Il Reverso Répétition Minutes rientra nell’ambito delle più esclusive complicazioni e propone un innovativo meccanismo di innesco della suoneria, una prodezza che abbina tecnologia e suggestione estetica.

Immaginando un orologio reversibile con una cassa in grado di ruotare per proteggere il quadrante ed esporre agli urti solo il fondo in metallo, i progettisti del Reverso sapevano di aver trovato una risposta tecnica alla sfida che era stata loro lanciata: “creare un orologio elegante e capace di resistere a una partita di polo”. Senz’altro, però, ignoravano ancora che la loro idea non sarebbe servita solo a creare uno scudo protettivo per il quadrante, ma che avrebbe avuto un ruolo completamente diverso. Il fondo in acciaio o in oro, che diventava visibile facendo ruotare la cassa, avrebbe scritto una nuova pagina nella storia dell’orologeria. Una pagina bianca che avrebbe trasformato il Reverso in qualche cosa di più di un semplice orologio: un oggetto “cult” che ogni proprietario poteva rendere unico, personalizzandolo. Chi, per primo, ebbe l’idea di farvi incidere le proprie iniziali? Lo stemma del proprio reggimento? L’emblema del proprio club ? Chi, per primo, ebbe voglia di far realizzare in smalto il ritratto della donna amata o di far scrivere il proprio numero portafortuna? Grazie a questa superficie di pochi centimetri quadrati, ma aperta a ogni desiderio di personalizzazione, il Reverso è diventato un’opera d’arte e un oggetto da tramandare e da condividere con emozione.
Il re Edoardo VIII d’Inghilterra, negli anni ‘30, fece disegnare sul suo Reverso lo stemma di famiglia; un principe di Danimarca, in una lettera del 1934, assicurava che il suo Reverso “esposto alle intemperie del Sud del Marocco, gli aveva sempre dato la massima soddisfazione”; a celebre aviatrice americana Amélia Earhart vi fece incidere l’itinerario del primo volo tra Città del Messico e New York, un exploit che realizzò l’8 maggio 1935; i gentlemen inglesi decorarono il loro orologio con lo stemma esclusivo del British Racing Drivers’ Club; i Fucilieri Reali Gurkha, la guardia personale del Maharajah di Jaipur, il Reggimento Royal Sussex e gli allievi del collegio Cranwell della Royal Air Force esibirono i loro Reverso con i colori delle proprie unità; le ragazze inglesi indossarono orologi con inciso lo stemma di Eton, della Harrow School o dell’università di Saint-Andrew; alcuni roprietari di Reverso scelsero di incidervi una capanna su un’isola deserta, la mappa di un paese amato o una scena erotica. Queste donne e questi uomini fecero molto più che incidere una piccola superficie di metallo: inventarono, attraverso la personalizzazione della cassa del loro orologio, un nuovo modo di raffigurare la loro vita, il loro carattere e i loro sogni nell’eterna corsa contro il tempo. Un modo unico di commemorare un istante, un exploit, una passione. Con quel tratto che firma l’oro o l’acciaio, hanno fatto del loro Reverso il complice discreto delle loro emozioni.
Nel 2011, anno del 80

° anniversario del Reverso, il campo delle possibilità in materia di personalizzazione non è mai stato così vasto. E mai la nozione di condivisione è stata tanto forte. Il fondo della cassa reversibile può essere decorato con iniziali, con un nome, con numeri, nulla è troppo complicato e tutto è ormai possibile grazie alla perizia degli artisti della Manifattura di Le Sentier. Perché il desiderio di Jaeger-LeCoultre di offrire ai possessori del Reverso un posto nella storia di questo orologio e del marchio non è mai stato così grande. Ognuno, infatti, personalizzando il proprio Reverso, scrive una nuova pagina di questa leggenda. D’ora in poi, chi vorrà condividere la propria ispirazione con gli altri appassionati del Reverso potrà farlo attraverso un museo virtuale e una mostra reale.

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