Versilia 9 luglio
E’ ormai noto che le spiagge di tutto il Nostro Stivale pullulano di venditori ambulanti, i vucumprà, che vendono di tutto: bigiotteria, teli da mare, vestiti, corredo, occhiali da sole. Ormai in estinzione i venditori di ciambelle e gelati. Uomini e donne, senza distinzione, percorrono ogni giorni km di costa alla ricerca di acquirenti sotto un sole che pochi riuscirebbero a sopportare.

Loro stoicamente riescono in questa impresa. Pensate solo alla gran fatica di camminare per ore sulla spiaggia se poi a questo aggiungete il dover portare dietro con Voi un “mercato ambulante”. Io la trovo davvero una pena da girone dantesco. Le braccia si trasformano in veri e propri stand dove trovi di tutto.

Se cerchi relax disteso sul tuo lettino a goderti l’ombra o la agognata abbronzatura non puoi fare a meno di essere “disturbato” con una cadenza di circa 20 minuti da qualcuno che cerca di vendere la propria mercanzia.

Ci sono anche i cinesi pronti a massaggiarti dopo aver ben ben toccato il corpo sudato, piedi compresi, del tuo vicino e senza battere ciglio, senza neanche lavare le mani, disinfettare è parolona difficile da far capire,  eccoli pronti nuovamente con le loro manine calde e sapienti a proporti un 20 minuti di relax. Ma siamo impazziti? Eppure c’è chi paga per questo servizio poco igienico. Niente da meravigliarsi anche nelle spiagge più vip succede questo!

Le spiaggie sono divenute i posti più “abusivi” dell’estate.
Ma i più ricercati sono loro i venditori di accessori firmati, naturalmente e rigorosamente contraffatti. Io ho un certo astio e nausea nei confronti del contraffatto, non posso farci nulla e voi amici avrete letto sicuramente i miei tre post su come riconoscere un oggetto vero da uno falso. Tempo fa proposi una breve guida per cercare di tutelarVi dagli acquisti on line  con semplici accorgimenti per individuare quei venditori che millantano per autentico un oggetto che invece non lo è.

In questo caso siamo di fronte invece a gente che sa di comprare un accessorio che è “tarocco”, quindi un acquisto consapevole.
Ma fosse solo questo….non solo consapevole ma a caro prezzo!
Mentre ero piacevolmente impegnato in una conversazione con la mia amica Kate ecco arrivare un uomo di colore con delle borse contraffatte. Incuriosito da una Gucci l’ho fermato ed ho esaminato la borsa. Voto: 7, se non fosse stato per alcune cuciture esterne oltre che per l’inesistenza del modello, per il resto era davvero un “buon tarocco”, perfino il numero seriale sotto la linguetta di pelle, addirittura la fodera nera col crust! Nulla quaestio. Ma stupitevi ora amici cari. Ho chiesto il prezzo: 400 euro!! Vista la mia faccia atterrita il venditore, con aria di disappunto mi guarda e mi dice: “ma tu sai chi sono io?” Rispondo: “No, sei un venditore come tanti.”

Non l’avessi mai detto. Nell’arco di pochi istanti il suo volto cambia espressione, e come un pavone nel momento in cui esibisce la sua ruota all’amata per stordirla piacevolmente, con superbia mi dice: “io sono il re delle griffe”. Dopo poche battute mi racconta di rifornire tutti i personaggi più in vista della costa versiliana, mi fa vedere una Chanel, euro 350, già venduta alla moglie di un giudice di Roma ( la puzza della plastica la sento ancora nelle narici). Vista la mia grande esperienza ho iniziato a criticare la sua mercanzia, dove secondo Lui i pezzi forti erano le borse di Vuitton e quelle di Gucci. Mi racconta di avere alle spalle circa 93 denuncie e non ricordo quanti processi in corso; ma io ero solo angosciato dal fatto che c’era gente disposta a spendere cifre così assurde per un falso, fatto in alcuni casi bene, ma sempre un falso riconoscibile.

Va via indispettito dalla mia “sapienza sulle griffe”, dicendo che sarebbe venuto il giorno dopo per mostrarmi degli altri oggetti, che a dir suo erano originali. Bene.
Il giorno seguente eccolo. Mi vede e mi viene incontro anche un po arrabbiato. Mi mostra una Lady Dior, già venduta ad euro 800, una cintura di Hermès ad euro 200, un paio di scarpe Gucci ad euro 150. Gli faccio notare di ognuna le pecche. Ma no Lui è sicuro di quel che vende, per lui sono originalissime! Addirittura mi racconta di aver venduto una Kelly in coccodrillo ad euro 12,000 e che neanche un venditore di Hermès aveva riconosciuto che trattavasi di una copia. Ci credo davvero poco a questa storia!
Tutto questo per dirvi una cosa sola: non acquistate a cifre folli merce contraffatta, è davvero un furto che commettete contro voi stessi e con consapevolezza. Posso transigere sull’acquisto di un “tarocco” pagato per poche decine di euro (transigere non significa appoggiare perché non lo farò mai), ma non cifre folli. Se aggiungete la differenza l’acquistate direttamente in boutique.

Vorrei davvero vedere queste sciure con queste taroccate in giro la sera per il Forte dei Marmi, e non solo ( a Porto Cervo o Portofino succede la stessa cosa). Ma l’estate brucia i neuroni?
La cosa divertente è che i vucumprà si trasformano anche in counsulenti di immagine! Certo, quando provate qualcosa Loro sono sempre pronti a dirti che stai bene con quel vestito o con quell’accessorio; sono diventati esperti di moda, cordiali, simpatici ed affabili meglio di molti addetti alle vendite ( se li chiami commessi alcuni si offendono) delle boutique di lusso.

Rivogliamo i venditori di cocomero, fichi ed uva, gelati e ..ciambelle fritte.

Ricordate: Il falso sparla di Voi!
http://glieventidelmarcheseblogspot.com/