Firenze 12 maggio
La storica via Maggio da sempre deputata all’arte antica apre le sue porte all’arte moderna e contemporanea. Molte botteghe antiquarie hanno chiuso i battenti dovendo fare i conti con la crisi economica e con il cambiamento dei gusti e degli interessi dei collezionisti ed estimatori dell’arte. Ecco che al loro posto spuntano nuove gallerie che mettono in bella mostra dipinti, mobili ed oggetti di design che “svecchiano” questa via per qualche verso un po troppo “addormentata” in questi ultimi tempi.
Al civico 43/r  troverete la galleria Otto Luogo dell’arte di Olivia Toscani Rucellai che dal 12 maggio fino al 31 luglio ospiterà la mostra Megalopoli di Agneta Holst, storia di una collezione tra arte e design, art director Mauro Lovi. E’ questo il secondo appuntamento per la giovane galleria-laboratorio inaugurata lo scorso mese di marzo. Olivia è una donna sorridente, affabile e desiderosa di far apprezzare l’arte a chi si avvicina ad essa. E’ figlia d’arte, Agneta è la madre (figlia di padre architetto, svedese ormai italianizzata), Oliviero è il padre (fotografo di fama internazionale). Alcuni di Voi non conosceranno Agneta Holst ma ora Vi racconto qualcosa di Lei per farvi capire di che grande donna avrete la possibilità di conoscere visitando la mostra. 
Agneta inizia a lavorare presso la Galleria dell’Ariete a Milano, con Beatrice Monti Von Rezzori, poi allo Studio Marconi ed infine all’Ariete Grafica. 
Nella Milano degli anni 70’, nella centrale corso Europa, apre la storica galleria-atelier Magalapoli. Fu in questa fucina di idee innovative che ad Agneta venne in mente di coinvolgere designer, artisti ed architetti italiani di fama internazionale nella progettazione e realizzazione di oggetti di uso quotidiano. Ricordiamo tra questi: Carla Accardi, Rosina Bianchi Piccoli, Paolo Buggiani, Enrico Castellani,  Alik Cavaliere, Piero Dorazio, Mauro Lovi, Sandro Martini, Mimmo Paladino, Bobo Piccoli, Giò Pomodoro, Michelangelo Pistoletto Ugo Marano, Mario Nigro, Gianni Pettena, Tarshito e Shama, Ettore Sottsass.
Pertanto anche Olivia sin da piccola viene immersa nel mondo dell’arte, frequentando le gallerie e vivendo quotidianamente a contatto con gli artisti che frequentano la casa di Milano. Aiuta la madre e segue insieme a lei  la realizzazione di oggetti e mobili che vengono poi esposti al Salone del Mobile a Milano per oltre 10 anni. Scrive Olivia: “l’esperienza di Megalopoli ha modellato in maniera indelebile la mia visione delle cose e degli oggetti (…) mia madre eccentrica inventrice di questo nuovo modo di interpretare le cose, mi lascia un bagaglio pieno di energia e speranza“.
Durante Arte Expo a Bari nel 1985, Agneta conosce Mauro Lovi,  che per l’occasione aveva esposto alcuni quadri ed Agneta ne acquista  uno che raffigura una figura femminile vista di schiena con una sedia alta. Chiede subito a Mauro, se può ‘tirare fuori’ la sedia dal quadro, realizzandola, perché a lei serve per un banco bar. La sedia, ‘Uscita dal Emiciclo’, viene realizzata, esposta al Salone del Mobile e pubblicata sia in Italia che all’estero e viene inserita in una mostra che tocca diverse città europee, tra cui Madrid e Francoforte. Questo è l’inizio di una fruttuosa e lunga collaborazione tra Agneta e Mauro che crea  tante altre opere per Megalopoli e che ora prosegue nella nuova galleria OTTO luogo dell’arte con  Olivia Toscani Rucellai  come art director. 
 Olivia Toscani Rucellai vuole riprendere e continuare il progetto imaterno cominciando proprio con l’esposizione della collezione da cui tutto ebbe inizio e successivamente confrontarsi nella produzione di oggetti, sperimentando sinergie possibili tra il mondo progettuale dell’artista e le capacità creative e manuali dei maestri artigiani. Tra gli artisti che si cimenteranno in questo progetto anche Tarshito  e Ugo Marano a cui Otto dedicherà una personale a ciascuno.
In Galleria potrete ammirare molti pezzi storici della collezione Megalopoli presentati al Salone del Mobile dalla fine degli anni ’70 fino a tutti gli anni ’80 tra cui: Deep dreams la coperta trapuntata di Enrico Castellani  con le increspature della trama matelassè, che ricorda le sue superfici ritmiche con estroflessioni monocrome;  le cornici per specchi con colori fluorescenti tinti a mano di Carla Accardi; il tavolo ovale in cristallo, rame, acciaio e bronzo di Alik Cavaliere; la libreria della collezione Review Revolution di Ettore Sottsass;
 
Sex Signs i due tavolini gemelli realizzati da Giò Pomodoro in marmo nero del Belgio, al cui centro sono incassate due sculture a forma di sesso maschile e femminile; lo sgabello Uscita dall’emiciclo e La torre delle ore, orologio-scultura realizzati nel 1986 da Mauro Lovi; Bleu bench la panca  di Michelangelo Pistoletto, in cui la seduta di marmo o vetro diventa l’elemento fondamentale; gli sgabelli di Pietro Consagra, piccole sculture in marmo bianco e nero simili a lettere dell’alfabeto.
Scrive Philipe Daverio: “Megalopoli, lo dice la parola stessa, era un’utopia, con i suoi necessari attributi mitomani (…) avrebbe potuto scomparire negli anni delle grandi scorpacciate dell’arte contemporanea. Ha resistito e si ripresenta oggi con un messaggio utopico inalterato, e come tale forse tuttora efficace, e per questo preciso motivo attuale“.
Gli ospiti hanno brindato all’arte, ad Olivia e ad Agneta con un  cocktail on the road. 
Catalogo a cura di Mauro Lovi.