Da via Materdei a Napoli a via San Gallo a Firenze il passo è stato lungo, complice anche la pandemia, ma alla fine la storica pizzeria Starita, 120 anni di attività, approda nel capoluogo toscano. Segnate in agenda questo nuovo indirizzo, il tempio della vera pizza napoletana e dei croccanti ed invitanti fritti a cui nessuno piò resistere: Starita via San Gallo 2 rosso Firenze. Non una pizzeria ma un’istituzione! Nel 2012 la pizza Starita sbarca in America, a New York, nel 2016 a Milano, nel 2018 a Torino ed infine nel 2021 a Firenze.

Ad accoglierci c’è Lui Don Antonio Starita, anzi il Cavalier Starita, che rappresenta la terza generazione della famiglia, vice presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani ma anche il Presidente de “Le Centenarie”, le 10 pizzerie più antiche di Napoli. La pizzeria occupa un fondo che un tempo era uno storico negozio di bilance: la ditta Quercioli. Pensate che proprio qui nacquero e furono realizzate le prime bilance pesa neonati. E’ affascinante pensare come due storie familiari così differenti si siano alla fine intrecciate per dare origine a qualcosa di nuovo.

Antonio Starita

Il fondatore della saga Starita fu Alfonso che a Materdei possedeva un locale che funzionava prevalentemente come cantina, e solo alla fine degli anni 40, su iniziativa del figlio Giuseppe, si trasformò in un un luogo dov’era possibile degustare anche di cibi tradizionali, pizza e fritti. È proprio come friggitoria che nel 1954 offrì supporto logistico alle riprese del film “L’oro di Napoli” nel famoso episodio che vede Sofia Loren vestire i panni di una pizzaiola.

Ma ritorniamo alla sede di Firenze. All’ingresso trovi solo qualche tavolo perché la struttura si presenta lunga e stretta, ma gli ospiti poi possono comodamente usufruire di altre due sale, l’ultima è quella con il bancone del pizzaiolo a vista. In più c’è una corte da cui prendono luce le finestre dell’interno. L’arredamento è semplice ma di effetto con una ristrutturazione curata che ha portato alla luce elementi del passato.

Siamo in una pizzeria parliamo allora della pizza Starita. L’impasto ha una lievitazione che va dalle 10 alle 24 ore, tutto dipende anche dalla stagione, si utilizza una semplice farina 0 perchè secondo Don Antonio Starita la buona pizza la “fa la lavorazione artigianale“. Lo stesso Don Antonio si esibisce in uno show cooking, affonda le sue sapienti mani nell’impasto, parla di qualità del pomodoro e dei prodotti utilizzati per la farcitura. La condisce con un giro, un cerchio perfetto, di filo d’olio. Sistema la sua opera nella pala, gli da gli ultimi ritocchi, come se fosse un quadro. Attende pochi minuti e dal forno esce la sua opera d’arte che adagia delicatamente sul piatto, la adorna di un ciuffetto di basilico e voilà…la pizza è servita. Il risultato è una pizza dal cornicione alto, ma non esagerato, molto soffice e più vai al centro e più diventa sottile. Foto di rito con una meravigliosa piazza Margherita da 10 e lode. E’ presente anche la simpatica figlia Filomena (detta Mena), che con il fratello Giuseppe (detto Peppe) rappresentano la quarta generazione.

Nel menù Starita trovi le pizze classiche, quelle definite “Specialità”, le “Pizze Stagionali”, le “Specialità a nome Starita”, e le pizze Fritte. Ho degustato la MARINARA STARITA (trattasi di una pizza rossa, con pomodoro, aglio, origano, datterino, pecorino romano), la MONTANARA (la pizza viene stesa e fritta, poi farcita con un intenso sugo di pomodoro, provola affumicata, pecorino romano e basilico fresco. Viene poi passata per pochissimo nel forno a legna, per renderla appena croccante).

Ma il mondo Starita non si ferma alle pizze…al via la carrellata di fritti: genovesine, montanarine, calzoni, frittatina di pasta, fiori di zucca ripieni, crocchè di patate, ed infine il famigerato corno di Maradona. Vuoi sapere di cosa si tratta? Non è una cosa leggera, anzi una bomba: una pizza fritta avvolta a forma di corno e con ripieno di ricotta, cicoli e abbondante pepe nero.

Genovesine
corno di Maradona

E che fai alla fine un dolce non lo mangi? C’è il babà, l’immancabile dolce che fa Napoli anche se stai a Tokio, ma ciò che attira la mia attenzione sono loro gli Angioletti, creati appositamente da Antonio Starita. Di cosa si tratta? Un vero attentato per trigliceridi e colesterolo, ma va ugualmente assaggiato.

Si tratta di caldi bastoncini di pizza fritta letteralmente affogati nella Nutella o nel Pistacchio (è possibile fare un mix). Il bon-ton non prevede la possibilità di leccarsi le dita, ma lo devi fare, ti viene quasi spontaneo e non farlo sarebbe godere solo a metà ed un insulto verso la felicità. E niente, quindi se cerchi un angolo di felicità a Firenze sai dove trovarlo.

Starita.it