“Perché la vita ti fa solo gli auguri e non ti regala niente
Così scrive Manuela Cattaneo della Volta autrice del romanzo “Buon compleanno” edito da Sonzogno e non potevo trovare testimonial migliore per inaugurare il nuovo spazio “Persone d’autore”.
Manuela nasce a Milano, una laurea in lingue e letteratura moderna, master in psicologia e sociologia nel New Jersey, giornalista professionista collabora con diverse testate come free lance ( Grazia; Yoga Journal, Men’s Health; Bella; Espansione; Glamour; Corriere della Sera, Tuttoturismo; Lei; Marie Claire; Gente Money). Ma le sue esperienze spaziano anche nel campo televisivo, solo per citarne qualcuna: Responsabile Canale Cinema per la Tv web Alice, Collaborazione periodica con la casa di produzione Forma International (Festival di Berlino nel 1997 per il documentario ‘Memoria’).
Manuela non ci ha mai fatto parola delle sue nobili origini, dei suoi titoli e predicati, ne noi abbiamo voluto chiedere, perché Manuela è una di quelle persone che basta guardare negli occhi e comprendi il senso della vera nobiltà. “Mi sono trasferita da Milano a Venezia ed ogni santa volta che arrivo mi sembra di entrare in una favola e mi commuovo ancora all’alba e al tramonto, soprattutto d’inverno”.
Ama molto viaggiare e conoscere nuovi posti e in tono scherzoso dice: “ sostengo di essere diventata la tappezzeria delle poltrone di Trenitalia, e se riesco ogni anno provo a fare almeno un viaggio “serio” per conoscere qualcosa di assolutamente diverso dalla mia vita. Ci riesco ancora, e non ho problemi a viaggiare da sola”.
Un grande amore per il passato, per i ricordi e gli oggetti antichi “Mi piacciono gli oggetti e la storia che nascondono, sempre. C’è sempre una storia, basta grattare un po’ la superficie patinata”. Ed è forse questo suo ricordare il filo conduttore del romanzo.
Il libro non parla di alcuna città né di alcun luogo perché ci si può immedesimare dovunque, ma certamente Venezia mi ha dato la spinta per terminarlo e provarci fino in fondo”.

Buon Compleanno è la storia di una solitudine raccontata da una bambina, poi donna, dagli zero ai 22 anni. Questo romanzo è fatto solo di giorni speciali. Sono quelli in cui la protagonista, al momento di compiere gli anni, ogni volta si ferma a osservare la propria esistenza. Dal primo vagito al primo giorno di scuola, dal primo ragazzo giusto al primo ragazzo sbagliato, ci scorrono davanti tutte le tappe della crescita di Scricciolina, mentre passa dall’infanzia all’adolescenza e all’età adulta. Ma ogni tappa è anche una prova che va superata, per conquistare il proprio spazio nel mondo.
Scricciolina, che non ha nome nel romanzo, racconta la sua vita con gli occhi di chi vive quella vita e non ne conosce un’altra. Abbandonata dal padre dopo due anni, una madre che beve e che comunque rimane a fare la madre come può, dei nonni troppo lontani per essere presenti, un cane che diventa il suo migliore (e unico) amico.
Caro Papà comincio dalla fine, mi manchi. Non ti volevo così. Volevo un papà come quello che hanno avuto gli altri intorno a me in questi anni (..) Volevo essere banale, volevo essere la figlia di un padre”.
Scricciolina riesce a confrontarsi con un’amica, Livido che, diversa da lei, affronta la vita a pugni chiusi, e con Occhibuoni, un ragazzo attento ma troppo timido per starle vicino il necessario. Scricciolina ce la fa da sola a crearsi una vita, un futuro, una speranza di felicità. Attaccandosi alle cose semplici ma tangibili: i sassi, il mare, l’imparare a nuotare. Cose amiche per sentire la solitudine come un punto di forza e non per forza come un disagio.
Il romanzo si presta a due chiavi di lettura: saper convivere con la solitudine per sentirsi forti dentro, oppure crearsi una vita in solitudine per non sentirsi attaccati da fuori. In ogni caso, l’abbandono, dal padre in poi, è il leitmotiv di Scricciola, è quello con cui fa i conti ad ogni compleanno, il sentirsi lasciati è il filo con il quale si cuce addosso l’abito dello stare bene con se stessi.

Grazie Manuela per averci fatto riflettere e commuovere.