Firenze 4 luglio
Era ormai sulla bocca di tutti e finalmente è successo quello che ci si aspettava: l’inaugurazione dell’Hard Rock Cafè a Firenze. Si è proprio così a Firenze!
Una cosa in grande stile addirittura concerto dei Simple Minds nella adiacente e centralissima Piazza della Repubblica. Si parla addirittura di sei mila presenze.
Questo della Toscana sarebbe niente di meno che il 150esimo locale della catena americana in mano alla tribù dei Seminole.
Dentro ci sono i classici cimeli delle star, il segno contraddistintivo di questi locali: la vespa con tutti gli specchietti in stile “mods” usata nel film Quadrophenia, la giacca di John Lennon, i pantaloni di pelle di Piero Pelù indossati durante il tour “El Diablo”, una delle camicie psichedeliche di Hendrix. 
Insomma sono tutti proprio contenti, anche nuovi posti di lavoro per i giovani e di questi tempi occorre essere davvero grati a Dio; Firenze sei stata davvero fortunata!
Ma io non ringrazio Dio, anzi sono proprio incazzato ed amareggiato.  Vorrei che fosse ancora viva Oriana Fallaci e sentire qualche suo schietto commento su questo sfregio al centro storico. Siccome Lei non può farlo, e me ne duole tanto, voglio io dire qualcosa al riguardo. Ho ancora negli occhi la scena orribile che mi si è presentata quando per curiosità sono entrato a sbirciare all’interno qualche giorno fa. Un senso di disgusto per ciò che mi circondava, mai viste tutte insieme delle cose così brutte. Forse ho fatto il callo al bello, sarà per il mio lavoro o sarà perché il bello mi circonda e mi soffoca ogni giorno quando esco  e giro in bicicletta per le strade del centro di questa città dannatamente bella ed affascinante.
Io non c’ero a quel concerto, sono rimasto chiuso in casa a pensare ed a ricordare. Firenze in un decennio è davvero cambiata si è, come ormai si usa in gergo, globalizzata che per me è sinonimo di imbarbarimento. In quel posto c’era un cinema ristorante, il Gambrinus. Ricordo di aver visto proprio  in quell’elegante cinema il film “Il Signore degli Anelli”. Quando chiude un cinema o un teatro muore una parte dell’identità storica di una città. La mia mente non può non riflettere e addirittura commuoversi ripensando alle musiche di Morricone per il celebre “Nuovo cinema Paradiso”. Ma qui non è più un film è una squallida realtà.
Ma cosa c’entra un locale di proprietà di nativi indiani in una città che ha regalato all’interno universo opere d’arte uniche ed insestimabili! Cosa c’entra spiegatemelo vi prego. Non sono in grado di comprendere, non sono poi tanto anziano, sono stanco ed avvilito. Non mi rispondete dicendomi che i tempi cambiano. No i tempi si rinnovano, come sosteneva Lorenzo De Medici, ma si rinnovano in meglio!
Noi importiamo dall’America l’Hard Rock Cafè, McDonald’s e catene di siffatta specie. L’America in cambio importa da Noi opere d’arte per i suoi musei, antiquariato, moda, alimenti doc. Vi chiedo: chi ci guadagna in questo scambio?
A Voi l’ultima parola.