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Milano 8 novembre

La Fondazione Nicola Trussardi riapre al pubblico lo storico cinema Manzoni di Milano, per oltre cinquant’anni una delle sale cinematografiche più importanti della città, con la prima mostra personale di un artista molto particolare Papilotti Rist. L’eleganza delle stanze del teatro, decorate da affreschi, stucchi e sculture, ne esce trasformata nel grande organismo vivente di Parasimpatico, realizzato dall’artista svizzera attraverso un sorprendente carosello di suoni, luci e colori dal fascino magico e giocoso, a partire dall’atrio d’ingresso che accoglie i visitatori illuminato dall’opera Cape Cod Chandelier, un imponente lampadario composto da mutande, che sembrano appese ad asciugare, animato da proiezioni di forme e colori.

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Ma parliamo di queste installazione che sono capaci di suscitare emozioni molto forti in chi le guarda.
Nothing, un’istallazione che soffia nell’aria enormi bolle di sapone piene di vapore simile a fumo, introduce allo scalone sul cui soffitto il video di una ragazza dai capelli rossi, ripresa mentre attraversa un campo di tulipani e scava nel fango a mani nude, si fonde ai bassorilievi sottostanti travolgendo lo spettatore di stimoli sensoriali. Tutti gli spazi rimangono coinvolti da proiezioni di immagini fluttuanti e illusioni ottiche dai colori vivaci, dalle pareti del foyer a quelle del bar, preparando il visitatore emozionalmente per la magnifica sala del cinema che accoglie tre importanti lavori video. Sul grande schermo panoramico scorrono le immagini di Open My Glade, un gigantesco autoritratto in cui il volto dell’artista in primissimo piano preme costantemente e con forza contro il vetro che la rinchiude, come se fosse imprigionata in un acquario, mentre dettagli di corpi umani – seni, orecchie, piedi, bocche –galleggiano in un cielo nero sulla volta del soffitto della sala. Infine sullo spazio che sovrasta la balconata, Homo Sapiens Sapiens dialoga felicemente con l’affresco del pittore Nicolò Segota: «A metà tra il giardino delle delizie e il paradiso terrestre»,osserva il curatore Massimiliano Gioni, «in cui la corporeità sembra riconciliarsi con la razionalità e la sensualità acquista una dimensione quasi spirituale, il video riscrive la storia del peccato originale».

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Tra gli artisti contemporanei più apprezzati, con mostre personali nelle principali istituzioni internazionali, dal MoMa di New York alla Hayward Gallery di Londra, e la partecipazione alla Biennale di Venezia, Elisabeth Charlotte Rist, che deve il suo nome d’arte all’unione di Lotti, diminutivo di Charlotte, e Pippi, dal personaggio di Pippi Calzelunghe, sin dagli anni Novanta ha rivoluzionato il modo di intendere il video, reinventandone il linguaggio e le modalità espositive. Provocatoria, visionaria, sensuale e dal forte senso dell’umorismo, la mostra Parasimpatico combina lavori storici e interventi realizzati dall’artista appositamente, trascinando lo spettatore in un viaggio incantato, «una realtà alla rovescia dove tutto è stravolto perché tutto è magico e possibile».

La mostra resterà aperta fino al 18 dicembre.

Dalla nostra inviata Orsetta

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