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Funanboli, trapezisti, giocolieri, prestigiatori, domatori e clown: un universo magico quello del circo che Louis Vuitton conosce bene fin dalle origini e che la Maison celebra quest’anno nelle vetrine di Fine Anno 2011 che saranno in tutti gli store del mondo a partire dal 9 novembre.

L’inventiva senza limiti dei fondatori della Maison e l’abilità dei propri artigiani erano già note nel mondo del circo a fine Ottocento e non di rado, vere e proprie stelle dell’arte circense commissionavano a Louis Vuitton bauli da viaggio che non solo erano destinati a trasportare gli effetti personali più cari nella loro vita nomade da una parte all’altra del mondo, ma spesso divenivano veri e propri oggetti e strumenti di scena nelle loro esibizioni.

I clienti artisti del music-hall e del circo non erano una rarità da Louis Vuitton. Bauli vuoti, beninteso, come quelli fabbricati e consegnati nel 1911 dalla Maison al Mimo kita, dai quali l’artista non si separava mai, portandoli anche sulla scena, oppure quelli ordinati dalle Folies Wagram nel 1929 per il trio di music-hall delle 3 Kayes.

Come se non bastasse proprio ad Asnières, nel padiglione vicino alla proprietà dove i Vuitton avevano costruito la loro casa e l’atelier storico del 1859, vivevano i Rancy, proprietari di un circo omonimo ormai divenuto stanziale: il Circo Rancy. In segno di buon vicinato, i Rancy avevano ordinato al fabbricante un robusto baule rifinito, lungo 1,40mt, foderato in vuittonite grigio rondine, destinato al numero di scena del pony suddetto.

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Ma l’episodio senza dubbio più celebre fu quello che vide coinvolto il celebre prestigiatore Harry Houdini, famoso in tutto il mondo, era stato capace di sfilarsi da una camiciola stando appeso per i piedi a un gancio sulla vetta di un grattacielo; di sciogliersi dalle catene dentro un baule chiuso a lucchetto e lanciato in acqua da un ponte, nonché di liberarsi dalla famosa pagoda cinese, ghiotto supplizio di scena. Tutte queste storie stuzzicarono l’ego di Georges Vuitton che nel 1890 aveva messo a punto e fatto brevettare la sua serratura a cinque scatti. Fu così che Georges nel marzo 1905 tramite la stampa lanciò a Houdini, che in quel momento si esibiva a Parigi sulle scene dell’Alhambra, una sfida a liberarsi da un baule Louis Vuitton.

Un manifesto prontamente stampato annunciò che il signor Houdini accettava «la sfida, da disputarsi la sera di giovedì 9 marzo all’Alhambra. La cassa fabbricata dal signor Vuitton sarà esposta a partire dalla sera di lunedì 6 marzo nel buffet dell’Alhambra.» Fermo restando che Houdini accettò la sfida, non si sa se poi abbia dato seguito alla promessa: ci piace comunque immaginare che si premurasse di appurare la solidità dei bauli Vuitton e la sicurezza delle loro serrature, e che preferisse verificare in anticipo di quali manette e impedimenti avrebbe dovuto disfarsi.

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