Lei si chiama Rossella Gatti ed è titolare di un posto davvero magico nel centro storico di Firenze: L’O’ Profumo. Una semplice profumeria? Non proprio, direi qualcosa di più complesso, un percorso ed esperienza sensoriale tra profumi ed essenze, sensazioni, emozioni e storie di famiglia. L’O’ Profumo ha due sedi, una in via Pietrapiana al numero 44 rosso, ed una nuova e più grande in Borgo Albizi 77 rosso. I due negozi distano a poche centinaia di metri l’uno dall’altro, la stessa Rossella ci spiega il motivo “il primo negozio è molto piccolo e cominciavano ad esserci esigenze di maggiore spazio. Poi è capitata l’occasione di trovare questo fondo molto particolare in Borgo Albizi. Penso sia della fine del ‘500, lo guardavo da sempre fin da quando ero bambina, era un negozio di abiti da sposa.  Poi un giorno si è presentata l’occasione e da lì è partita l’idea di una nuova avventura. Tra i due negozi c’è una divisione di marchi, in Borgo Albizi una maggiore concentrazione di brand nuovi per quanto riguarda le fragranze, e soprattutto emergenti come ad esempio 19-69”.

rossella
Rossella Gatti

Due strade differenti ma uno stesso concept stilistico lega entrambi i negozi dove scansie, tavoli, banco vendita è tutto materiale di recupero o di antiquariato. In quello di Borgo Albizi la fa da padrone un grande altare Mariano settecentesco che funge da banco vendita “tutto materiale di recupero per omaggio alla terra. Il nostro è uno stile di vita, ad esempio abbiamo scelto tanti anni fa di non usare più la macchina per non danneggiare l’ambiente. Forse peccherò nel dirlo ma noi di L’O’ Profumo siamo unici”.

Rossella è una donna minuta, dagli occhi vispi ed attenti, quando le chiedo quale sia la sua professione mi risponde sorridendo “sono una bottegaia, il mio lavoro consiste nello stare in bottega dalla mattina alla sera. Seconda professione: creatrice di profumi”. L’O’ Profumo germoglia da una passione/sogno di Rossella che nasce e studia a Firenze frequentando le magistrali, si iscrive a Lettere e per diversi anni si occupa di ricerche giuridiche. Ma il mondo degli odori e delle essenze è la sua vocazione, il suo motivo di vita.

Perché hai dato questo nome al tuo negozio? “Per italianizzare acqua in francese ed anche perché L’O’ sta per l’inizio della parola L’origine da dove tutto è partito”. Il negozio è animato da altre figure: il nipote Vasco e Mauro, marito di Rossella “faceva tutt’altro, ma è rimasto talmente coinvolto che è voluto entrare in questa avventura sgomitando. Ha cambiato vita ma si è ben riciclato ed è contento”.

La storia che mi racconta è avvincente, affascinante e per alcuni aspetti alquanto strana. Ci sono personaggi che mi sarebbe piaciuto conoscere: la bellissima nonna Teresa che negli anni ’30 del secolo scorso si innamoro’ di Alfredo, un uomo più giovane di Lei di 22 anni. Galeotto fu l’amore che portò alla fuitina ed al successivo matrimonio dei due. Ecco il personaggio chiave di tutta la vita di Rossella Gatti: il nonno Alfredo. “Negli anni trenta era essenziere a Parigi, lui distillava e creava profumi per i grandi rimanendo nell’ombra. Era un personaggio strano, molto complicato Alfredo Del Conte. Lui era venuto a Firenze negli anni ‘20 perché si era fidanzato con una cugina della mia mamma. Mia nonna Teresa era vedova, aveva già una figlia grande di 20 anni, ma era una bella donna. Questo fidanzamento doveva svolgersi propria a casa di mia nonna. Quando Alfredo arrivo’ in casa bastarono pochi sguardi e si innamorarono perdutamente”. Con il matrimonio la famiglia si trasferì ad Alassio in Liguria ma l’idillio durò ben poco perché Alfredo ritornò a Parigi lasciando la famiglia “mia nonna ritornò a Firenze con mia madre che non volle mai più vedere ne sentire parlare di questo uomo, non ci permise neanche di studiare francese. Fu un odio eterno. Io non ho creato mai un profumo fino a quando è stata in vita mia madre”.

A sinistra Alfredo Del Conte

Rossella da adolescente viene a conoscenza dell’esistenza del nonno Alfredo tramite una zia e decide di andare a Parigi per incontrarlo. “La prima volta lui non mi volle vedere, non aveva simpatia per me, ma l’insistenza e cocciutaggine mi permisero di conoscerlo. Quando entrai la prima volta nel suo laboratorio mi sentivo quasi in estasi. Col tempo i nostri incontri si fecero più assidui, fu lui ad insegnarmi tutto ed alla sua morte mi lasciò il suo libro di formule. I primi due profumi della mia linea sono sue formule”.

Rossella ha poi intrapreso per circa 12 anni studi di aromaterapia e poi una scuola con un profumiere a Firenze. La svolta decisiva circa 35 anni fa con l’inizio della sua avventura nel mondo dei profumi.  

Cos’ha di particolare la tua profumeria?  “Quella di non lavorare con le multinazionali, non che io abbia qualcosa contro, ma perché ci piace privilegiare chi ha un’idea e la vuole rendere vera e viva in modo artigianale. Privilegiamo più chi ha questo spirito da amatore e non tanto da imprenditore. Inoltre non ci piacciono le matèrie prime dove siano utilizzati gli animali e cose che non siano in linea con l’ambiente e con chi lavora. Per spiegarmi meglio non mi piace tenere in negozio un prodotto che è stato confezionato da qualcuno che lavora per 12 ore e non guadagna nulla, aziende che non rispettano le condizioni di lavoro”.  

Rossella crea profumi e la sua linea si chiama “L’O’”, profumi che non rispettano nessun canone, fatta tutta con olii puri. “Sono tutte mie idee, quindi non necessariamente incanalati in un certo concetto di marketing, per cui non seguo ciò che va in un momento, sono tutti miei sogni”.

La linea L’O’ Profumo è composta da circa 18 fragranze ed ognuna ha una storia. Tra questi quello che l’appassiona è sicuramente “L’Angelo”. Il racconto di questo profumo è fatto di infanzia, ricordi, felicità e sogni. “Sono nata e cresciuta nel quartiere di San Lorenzo per cui da bambina giocavo nella chiesa ed avevamo scoperto un passaggio segreto che portava alle cappelle medicee. Ci nascondevamo là dentro e facevamo merenda con i miei amici. Ognuno portava qualcosa: c’era l’odore di arancio, della caramella di menta, il panino, la cioccolata, l’odore dell’incenso. Ho nella mente tutti questi odori e questa atmosfera ed ho voluto ricrearla, ci ho impiegato tre anni”. Il profumo L’Angelo è composto da arancio, lavanda, tre tipi di incenso, tra cui il benzoino che regala quella caratteristica dolce ed avvolgente, un pizzico di cioccolato e del limone.

Rossella qual’è l’essenza che ti emoziona? “La lavanda perché ha tante sfaccettature, può farti piangere o ridere, ti può calmare o agitare, può fare un effetto opposto. Mi emoziona il colore del fiore. La utilizzo spesso nelle sue varianti”.

Come avviene la creazione di un profumo per una persona.  “Per prima cosa ci parlo, ed anche molto. Quando la vedo entrare già in profumeria mi faccio un’idea di quello da realizzare, cerco di non dimenticare mai la prima impressione che ho avuto e poi ascolto molto. Ci devo entrare in contatto e ciò può richiedere di vederla anche tre volte. Dopo di che strutturo un profumo, seguo i suoi consigli e naturalmente il mio istinto. Per creare un profumo a volte ci impiego anche sei mesi; un profumo unico che non farei mai per nessun altro”.

Hai mai creato un profumo per un personaggio famoso? “Si, ma non te lo dico”.  E per chi ti piacerebbe crearlo? “Per Roberto Bolle. Farei un profumo freddo, perché vorrei un contrasto su di lui, quindi sicuramente ci sarebbe dell’angelica, della ferula, del limone ed un finale morbido con della davana. Ho scelto Lui non perché mi piace la danza, mi intrega come personaggio. Non mi fa tanta simpatia ma un profumo per lui mi piacerebbe”.

Se dico eleganza? “Io l’associo al neroli”. Ricordo? “Ambra, perché anche in aromaterapia ha la capacità di togliere le pesantezze. Spesso i ricordi, anche quelli belli, sono sempre ricordi ed appartengono a qualcosa che non c’è più”. Se dico felicità o gioia? “Lavanda, rosa ed il burro di iris”.

C’è un’essenza che un uomo o non una donna non dovrebbe mai indossare? “No. Esiste un profumo per un’emozione, non per una donna, per un uomo o per una ragazza. Ma solo emozione. Ogni essere sa di cosa ha bisogno”.

Quando entra un cliente e ti chiede un profumo da acquistare quali dritte devi avere? “Prima cosa chiedo quanto e quando usa il profumo, se lo usa sempre o lo mette solo qualche volta, qual’è la modalità di uso del profumo. Poi chiedo quali sono le cose che non ama particolarmente non solo nei profumi ma anche nel cibo, se ci sono delle cose per le quali ha una sorta di intolleranza, ed anche che profumo utilizza. La maggior parte delle persone che entra han preconcetti sul profumo, ad esempio alcuni dicono di non volere un profumo dolce o di volere un profumo fresco e poi il più delle volte vanno via con un profumo alla vaniglia”.  

Firenze come interagisce con la profumeria artistica?  “L’approccio dei fiorentini verso questo mondo è sospettoso, la mia clientela è sia italiana che internazionale, ma la città è difficile, e più facile vendere a clienti di altre città, facciamo molte spedizione”.

Come si spruzza il profumo in estate? “Sicuramente sulla schiena altezza reni, perché ti consente durante la giornata, muovendoti, di avvolgerti nel profumo e ti accompagna per lungo tempo. Ognuno poi ha la sua modalità, ad esempio gli arabi lo spruzzano ovunque, su tutto il corpo e sugli abiti. Per andare in spiaggia consiglio di non usare il profumo, meglio un’acqua profumata o spruzzate il copricostume o l’asciugamano”.

Hai un sogno nel cassetto? “Non smettere mai con i profumi”.