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Firenze, 1 febbraio 2012

Presso la galleria OTTO luogo dell’arte si inaugura una mostra dedicata a Ugo Marano, artista recentemente scomparso, apprezzato da pubblico e critica per la sua concezione di arte totale in cui si fondono cultura, filosofia ed espressione creativa.

Gillo Dorfles lo ha definito “artista del nuovo secolo, capace di riflessione simbolica e concettuale ma anche di sofisticata perizia artigianale, in un nuovo trionfo della manualità”.

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In mostra sculture in ferro e terracotta, ceramiche e disegni realizzati negli anni ’80, periodo di intensa collaborazione con Agneta Holst, anima della storica galleria milanese Megalopoli, oggi tra le più importanti collezioniste italiane dell’artista campano.

Questa mostra, oltre a un tributo alla lunga amicizia personale e al sodalizio artistico durato oltre trent’anni, è un dovuto omaggio alla sua arte che rispecchia perfettamente il connubio tra creazione artistica e lavoro artigianale, che è alla base anche del progetto di OTTO.

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Tema centrale della sua arte è il mare, di cui fin da piccolo ha contemplato la profondità e la vastità osservandolo dalla sua casa di Cetara. Il senso di libertà generato in lui dall’ambiente marino e la lucentezza dei giochi cromatici delle onde si fondono nelle sue creazioni dove l’acqua, elemento primordiale per eccellenza, viene plasmata insieme alla creta, simbolo della cultura salernitana.

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Negli anni Ottanta riesce ad imporsi nel panorama del design e delle attività urbanistiche volte a rivalutare la zona di provenienza. In questo periodo, grazie a Tarshito, conosce Mauro Lovi e successivamente Agneta Holst per cui realizza La sedia del pensiero dove la lavorazione del ferro si fonde con il mosaico. Inizia così un sodalizio, ereditato poi da Olivia Toscani Rucellai, che durerà fino alla sua recente scomparsa.

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