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Chianti Lovers 2022 tra biologico e sostenibilità

Si è svolta il 20 marzo, alla Fortezza da Basso di Firenze, l’Anteprima 2022 – Chianti Lovers & Rosso Morellino, l’edizione che ha segnato il ritorno del pubblico e degli operatori del settore. In degustazione oltre 400 etichette di Chianti e Morellino di cui il 50%  nuove annate in anteprima, per un totale di 110 imprese. Le aziende produttrici di Chianti e Morellino hanno proposto in degustazione nuove annate di Chianti D.O.C.G. 2021, Superiore 2020 e Riserva 2019, in uscita nel 2022 e Morellino di Scansano D.O.C.G. 2021 e Riserva 2019, in uscita nel 2022. Grande attenzione delle aziende espositrici per il biologico e la sostenibilità.

FATTORIA DIANELLA

Francesco Passerin D’Entreves ci racconta che il biologico per la propria tenuta è stato un percorso lungo “abbiamo iniziato nel 2007, guardando prima ad alcuni appezzamenti di vigneto per vedere le risposte e le sue rese. Oggi tutte le nostre annate sono in biologico, naturalmente non solo in vigna ma anche in cantina. Il risultato sul vigneto è stato incredibile: la rigogliosità della pianta, il risultato sul frutto ha confermato quella che era stata la nostra scelta”. Il biologico prevede un lavoro importante soprattutto in vigna per la parte meccanizzata dove si tratta di areare molto i terreni, muoverli, di creare una base che permetta al vigneto di respirare meglio. Ciò permette di avere una base molto buona che poi viene lavorata con gli stessi prodotti biologici anche in fase di vinificazione con un risultato importante: abbassamento di uso di solfiti, una piacevolezza e dei sentori di frutta che prima erano quasi coperti. Un processo completo dalla pianta alla bottiglia finale. Negli anni è stato abbassato il peso medio delle bottiglie e le etichette sono di carta riciclabile, inoltre si utilizzano due tipi di tappi di sughero: uno di sughero intero solo per riserve e selezioni, e poi un sughero che si chiama diam, un materiale rinnovabile e durevole.

TENUTA DI ARTIMINO

Nella tenuta non è stato ancora avviato un percorso di biologico o biodinamico perché allo stato attuale sono più interessati alla sostenibilità dell’azienda, non solo da un punto di vista ambientale ma nel suo concetto tridimensionale; economico, ambientale ed anche sociale. Stefano Oliarca enologo della tenuta: “Abbiamo fatto un percorso di studio su quello che potrebbe essere il percorso di certificazione della nostra azienda e per quanto riguarda le pratiche agricole, che quelle di cantina, non siamo troppo lontani dall’essere sostenibili. Naturalmente c’è ancora bisogno di investire in tal senso, lavoriamo su 740 ettari di territorio molto variegato, ci sono tantissime altitudini; si va dai 390 metri fino alla riva del fiume Arno, con tantissime varianti e temperature differenti. Occorrerebbe un approccio meno sistematico alle pratiche agricole ma un intervento più mirato”. Nella tenuta si da grande importanza allo spreco dell’acqua e per evitarlo, nelle fasi di lavaggio, sono stati eliminati i detersivi sia per la pulizia delle vasche inox che per le botti. Si utilizza un sistema di idropulitrice che riesce a far risparmiare il 50% di acqua.

VECCHIA CANTINA DI MONTEPULCIANO

Anche questa azienda segue un procedimento Bio certificato, sia in vigneto che in cantina, e presenta l’etichetta Chianti 2020 dall’accattivante nuance verde. Uva Sangiovese con maturazione in vasca per 10-12 mesi, nel calice regala un colore rosso rubino dai riflessi violacei ed un sentore dalle spiccate note di frutta a bacca. Un vino corposo ed equilibrato che si abbina facilmente a primi piatti, arrosti di carni rosse e bianche ed ottimo come aperitivo accompagnato da classici salumi toscani.

TENUTA SETTE PONTI

Sono ormai trascorsi oltre 20 anni da quando l’imprenditore toscano Antonio Moretti Cuseri ha deciso di intraprendere un percorso di cultura sostenibile e biologica per le tenute in Toscana e Sicilia. Dalla vigna all’imbottigliamento, un obiettivo che mira a una qualità superiore del vino, preservando l’ambiente, la salute e l’identità del territorio. Oltre 150 ettari di vigneto sono coltivati in regime biologico, dall’allevamento della vigna fino alle fasi finali dell’imbottigliamento del vino si segue un approccio sostenibile. Nella pratica ad esempio l’utilizzo di rame e zolfo avviene attraverso l’atomizzatore a recupero, strumento che permette il risparmio di oltre il 30% di acqua. Per quanto riguarda la concimazione vengono impiegate materie organiche come l’humus prodotto da lombrico, composto ottenuto dalla fermentazione del letame in grado di trattenere maggiormente l’acqua e rilasciare le sostanze nutritive più lentamente. Da segnalare la concimazione fogliare costituita da estratti naturali che danno supporto alla vite e garantiscono un buon livello di biodiversità. Per mantenere o aumentare la fertilità del terreno viene utilizzato il sovescio, ovvero la semina di piante quali avena, favino, veccia e rafano che arricchiscono il terreno in modo naturale. Anche l’acqua ha un ruolo importante con il recupero delle acque piovane sfruttabili nei momenti di siccità. All’interno di Tenuta Sette Ponti vi sono quattro bacini idrogeologici alimentati da torrenti stagionali con una superficie di 2 km2 e una portata complessiva di circa 100 mila mc di acqua. E per chiudere in bellezza è stata introdotta l’apicoltura, che garantisce biodiversità all’ecosistema, e la coltivazione seminativa a perdere a favore di allevamenti e della fauna selvatica.

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