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Hai deciso di andare via in silenzio, senza dire a nessuno di questo nuovo terribile “alieno”. Forse l’attimo in cui si nasce ed in cui si muore sono momenti talmente intimi che purtroppo non si possono condividere con nessuno, neanche con le persone che ci amano.

Ti piaceva tanto il mio blog ed eri così orgogliosa quando scrivevo un articolo su di te amica mia. Mi è sembrato giusto dedicartene ancora una volta uno perché questo vuole e deve essere il diario della mia vita, e le cose tristi fanno parte delle vite di ciascuno di noi. Questa volta non parlo della Giovanna Tomasi, l’artista, la madrina del magmatismo, dei suoi eventi, ma solo di Giovanna, della mia amica.

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Ti ho conosciuto tre anni fa e fu amicizia per sempre. Mi chiamavi fratellino ed io sister. Ho provato oggi a dire, come facevi tu, “Stop the time”…ma non ha funzionato, non sono riuscito a fermarti, sei andata ugualmente via, ma è rimasto tanto di te: i ricordi. I ricordi sono un fiume in piena in questa notte che sembra non finire mai. Ho appena telefonato a tua madre, mi ha detto che sei lì, vicino a lei, col sorriso sulle labbra. Come potrò mai dimenticare quel sorriso! Ti ricordi a Firenze a casa mia? Eravamo io, tu e Regina. Un fragoroso rumore di porcellana e tu che dalla mia stanza ridevi urlando: “Non sono stata io”. Si era vero, Regina aveva rotto la statuina e tu piegata dalla risate perché sapevi che stavo arrivando per sgridare te. Ti confesso che ero certissimo che fossi stata tu e mi sorprese vedere Regina col volto amareggiato per l’accaduto, ma poi tutti e tre sul letto a ridere a crepapelle, ed andavi in giro divertita con quella testina del putto che volevi “magmare”.

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E come dimenticare a Roma in taxi (c’era anche l’altro pezzo mitico della Divina) per andare alla sfilata ed invece del complesso di Santo Spirito in Sassia il taxista ci portò all’ospedale di S. Spirito, scambiandoci per 4 squilibrati. Ne abbiamo combinato davvero tante in questi 3 anni!

Le familiari giornate in cui eravamo nella casina di trastevere io e te da soli mentre ti preparavo da mangiare. Fu proprio li che mi hai fatto quel regalo. Erano le 4 del mattino, entrasti nella mia stanza con una candela in mano ed una tazza con all’interno il tuo orologio. Mi guardasti negli occhi, ricordo ancora le tue parole: “Dio non mi dato dei figli, ma un amico fraterno”. Lo porto con me, sempre, anche oggi che sono a Palermo ed è qui al mio polso. Mi sembra di averti vicino Giò, anche se non ci sei.

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Ti hanno conosciuto ed apprezzato in tanti, ma alla fine eravamo in pochi a conoscerti nella vita di ogni giorno.

Ti ricordi lo scorso anno quando all’evento del galà ti realizzarono quel vestito che pesava tantissimo con un collo stile Elisabettiano? Eravamo a casa tua a ridere, mi guardavi sconvolta e dicevi: “Gli ho detto che mi piaceva il collo alto e guarda cosa è venuto fuori ”.

Chissà ora che stai facendo. Non ti ho mai chiesto se credevi in Dio…ma sono certo di si. Starai facendo sorridere con le tue battute anche i Santi del Paradiso, ma hai lasciato noi tristi e con tanto dolore nel cuore. Lo so che ti arrabbieresti vedendomi piangere, ma non posso trattenere le mie lacrime, sono senza controllo.

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Chiamami pure egoista Giò ma quando oggi leggevo quei messaggi formali di condoglianze del tipo “in cielo starai meglio” mi veniva da scrivere: “ma che cavolo dici”. Tu che hai lottato sempre per vivere ed eri attaccata alla vita come nessun altro non ci avresti mai voluto lasciare. Ti faccio una promessa solenne e pubblica: se solo una di quelle persone, che io e te sappiamo, si dovesse permettere di scrivere un messaggio di condoglianze giuro che lo mando a quel paese. Mi conosci, siamo fatti della stessa pasta, non ci piace la falsità e diciamo in faccia ciò che pensiamo. Per questo facevamo quelle lunghe telefonate e spesso mi domandavi a cosa servisse che la gente si vantasse di titoli nobiliari, di essere uscita sul giornale, di pubblicare ogni minima sciocchezza della propria vita. Giovannina cara la risposta la sapevamo entrambi: a nulla. Di tutto ciò che rimane cosa resta? Niente, il resto di niente.

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Proteggimi angelo mio: baci magmatici…ovvero baci eterni (sapevi già che saresti rimasta eterna per Noi amici)

Chapeau.

Dedicato alla memoria della Marchesa Giovanna Tomasi Antinori, artista, madrina del Magmatismo, ma prima di tutto mia amatissima e dolcissima amica. Mi manchi sister.